La classificazione dei disturbi del comportamento alimentare a cui abitualmente si fa riferimento è stata codificata dalla American Psychiatric Association (APA) ed è inserita nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Fornisce una dettagliata descrizione delle categorie e sottocategorie dei disturbi e consente una finalizzazione precisa delle cure psichiatriche da adottare.
Il DSM-5 codifica tre grandi categorie di disturbi alimentari ed un quarto gruppo eterogeneo in cui vengono inseriti tutti i disturbi che non possono essere classificati nelle tre categorie maggiori: Disturbi dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificati (DANAS).
Le tre macro categorie dei disturbi del comportamento alimentare sono: Anoressia Nervosa, Bulimia, Binge eating Disorder.
Anoressia Nervosa. Severa perdita di peso: BMI ≤ 17 (lieve); BMI 16-16,99 (moderata); MBI 15-15,99 (severa); BMI Ë‚ 15 (estrema). Caratteristiche. Paura d’ingrassare pur essendo molto sottopeso. Continuo timore di perdere il controllo sul proprio peso e sul corpo. Anomalia nel modo in cui è percepito il peso (distorsione dell’immagine corporea). Incapacità di valutare la gravità della perdita di peso. L’amenorrea è una manifestazione quasi sempre presente, ma non è considerata necessaria alla diagnosi.
Bulimia. Abbuffate ricorrenti con comportamenti di compenso inappropriati. Caratteristiche. Mangiare, in poco tempo una quantità di cibo spropositata rispetto a quanto la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo. Mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio. Comportamenti di compenso volti a prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso/uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci; digiuno o esercizio fisico eccessivo. Le abbuffate compulsive e l’utilizzo improprio di mezzi di compenso avvengono almeno una volte a settimana per tre mesi. La severità è determinata dal numero di episodi compensatori inappropriati a settimana: lieve: 1-3; moderata: 4-7; severa: 8-13; estrema: 14 o più.
Binge Eating Disorder (Disturbo da Alimentazione Incontrollata, BED). Abbuffate compulsive fino a farsi male. Dolore sia fisico (dolori viscerali) che psichico (disgusto di sé dopo l’episodio). Caratteristiche. Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio. Abbuffate associate ad almeno tre dei seguenti caratteri: mangiare molto più rapidamente del normale; mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno; mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame; mangiare in solitudine a causa della vergogna; depressione/vergogna o intenso senso di colpa dopo aver mangiato troppo; le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio; le abbuffate compulsive avvengono, in media, almeno una volta la settimana per almeno sei mesi; non vengono usati comportamenti compensatori inappropriati. La severità è dettata dal numero di abbuffate a settimana per almeno 3 mesi: lieve: 1-3; moderata: 4-7; severa: 8-13; estrema: 14 o più.
Disturbi dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificati (DANAS oppure semplicemente NAS). Sono caratterizzati da similitudini con i gruppi principali senza averne tutte le caratteristiche oppure sono comportamenti che possono comparire in tutte e tre le categorie principali o in altre patologie psichiche. Esempi. Anoressia senza la distorsione dell’immagine corporea o senza dimagramento estremo. Bulimia o BED senza episodi sufficientemente frequenti. PICA: assunzione persistente di sostanze non nutritive (terra, capelli…). Disturbo da ruminazione, ripetuto rigurgito di cibo per un lungo periodo. Il cibo rigurgitato può essere rimasticato, reingerito o sputato. Il rigurgito ripetuto non è attribuibile ad una patologia gastrointestinale.
Terapie. In accordo con il criterio ufficiale al problema, si ritiene che l’approccio terapeutico migliore debba essere multidisciplinare (psichiatrico-psicoterapeutico/nutrizionale) e che le risorse della medicina complementare possano essere d’ausilio.