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8. Conclusioni

La prudenza è d’obbligo. Una precauzione minima, indispensabile, su cui tutti dovranno convenire è che gli OGM devono essere identificati facilmente come tali. L’immissione di markers negli OGM è il minimo requisito per la sicurezza del loro uso.

Gli OGM rappresentano uno strumento di progresso d’inestimabile importanza in medicina (produzione di farmaci, di tessuti trapiantabili, allevamento di animali i cui organi possano essere utilizzati per le cure); dal punto di vista alimentare, invece, è giusto avanzare delle riserve sia in campo medico (allergie) sia in termini di monopolizzazione delle risorse.

Con l’ausilio delle colture e degli organismi geneticamente modificati, in futuro si potranno:

  • ottenere piante per produzione di cibo resistente al gelo, alla siccità, ad alti livelli di salinazione ed in grado di reagire a bassi livelli di fertilizzanti,
  • ottenere piante prive di tossici,
  • ottenere piante prive di allergeni,
  • ridurre i cancerogeni naturali,
  • avere una produzione alimentare sufficiente a fronteggiare lo sviluppo demografico,
  • produrre farmaci,
  • produrre cellule staminali,
  • ottenere organi trapiantabili.

Tutto questo sarà possibile se si garantirà la sicurezza con una serie di strumenti di regolamentazione e controllo.

Il primo grado di controllo riconosciuto unanimemente è l’uso di markers sicuri quando si inseriscono geni modificati in genomi di piante alimentari o negli animali d’allevamento. Così facendo saranno sempre identificabili le pianta e gli animali modificati.

Il secondo grado di controllo prevede che le colture geneticamente modificate non finiscano nelle mani di poche organizzazioni, ma che gli OGM agroalimentari vengano prodotti anche da organizzazioni Europee, Asiatiche, Africane al fine di non acuire il divario tra nazioni opulente e nazioni indigenti. Una scelta tra crescita senza regole e sviluppo.