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3. I rischi del naturale

Natura amica. Le ritrosie e sospetti nei confronti degli OGM vengono dal pregiudizio che considera amica la Natura e, come corollario, il cibo naturale privo di rischi.

La Natura non è sempre amica. Terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni, cicloni, siccità, epidemie, l’elenco delle catastrofi naturali è infinito.

Se si limita il discorso alla nutrizione, gli esempi di tossicità alimentare naturale da cui difendersi sono disparati. Si tratta di un campo in cui gli OGM possono essere di grande utilità.

Il cancerogeno più potente è una muffa alimentare, l’aflatossina. Viene prodotta da un micete ubiquitario che infesta soprattutto la frutta secca ed i cereali, l’Aspergillus flavus.

Egualmente la secale può essere infestata dalla Claviceps purpurea che produce un potente tossico circolatorio, l’ergotamina. La selezione di colture resistenti a questi infestanti permetterebbe d’escludere il rischio alimentare ad essi connesso.

Numerosi ortaggi e frutti consumati abitualmente contengono tossici che con le biotecnologie potrebbero scomparire. Patate, melanzane, pomodori contengono piccole quantità d’un veleno (solanina) dagli effetti dannosi sul sistema nervoso centrale e sull’apparato digerente; le mandorle amare contengono acido cianidrico; i legumi contengono emoagglutinine; numerose granaglie utilizzate in Asia come foraggio contengono la vicina, veleno che provoca una malattia detta latirismo (danni sul sistema nervoso centrale ed apparato osseo); le brassicacee (cavoli, verze, broccoli) contengono tiocianati che hanno effetti antitiroidei.

Il gruppo di cancerogeni più diffuso è costituito dalle nitrosamine, sostanze che derivano per alchilazione dei nitrati. Molti vegetali sono naturalmente ricchi di nitrati (sedano, rapanelli, spinaci, rabarbaro ...) altri lo diventano per l’uso dei fertilizzanti azotati. Con la modificazione genetica la percentuale di nitrati presente negli ortaggi potrebbe essere abbassata e nel contempo potrebbe anche essere aumentata la sensibilità ai fertilizzanti permettendone un uso più prudente.

Un cenno, infine, ai veleni veri e propri. Numerosi funghi velenosi sono mortali per danno nervoso od epatorenale; le bacche di cicuta, di cui le allodole si nutrono in primavera, rendono questa cacciagione non commestibile in alcuni mesi dell’anno; i fichi ed il bergamotto contengono sostanze fotosensibilizzanti (furocumarine: psoralene, bergaptene) che riducono la resistenza ai raggi solari ...

Numerosi farmaci (atropina, digitale, strofantina, brucina, stricnina, curari) vengono estratti da piante che, se consumate a scopo psicotropo od inavvertitamente (oleandro, datura, artemisia, stramonio) possono provocare danni non controllabili. In questo campo rientrano anche alcuni risvolti della Medicina cosiddetta Naturale che tra le tante applicazioni lodevoli, contempla anche risorse pericolose. Il ricorso agli estratti di fiori per esempio: attraverso l’immagine rassicurante del fiore vengono somministrate gocce concentrate di stricnina, brucina, digitalici ...

La Natura non è amica o nemica, bisogna semplicemente rispettarne le regole. Si tratta di una risorsa che deve essere conosciuta per poterla indirizzare a nostro beneficio.