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Il pasticcio di maccheroni

"El pastìs de macaròon"

Ingredienti per 4 persone:

300 gr. di maccheroni
1 presa di sale
per il sugo:
1 piccione
1 fegatino di pollo
pugno di funghi secchi
2 pomodori pelati
1 cipollina
50 gr. di formaggio grana grattugiato
1 presa di sale
1 noce di burro
1 cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
1 spolverata di pepe
per la pasta:
300 gr. di farina bianca
150 gr. di burro
50 gr. di zucchero
2 uova
1 presa di sale

Preparazione

Gettare i maccheroni in acqua bollente salata e portarli a metà cottura, indi scolarli e metterli da parte. In una casseruola soffriggere nell’olio e nel burro la cipollina che poi si toglierà; aggiungere il piccione disossato, i funghi, i pomodori, il fegato: il tutto tritato non troppo finemente. Far bollire piano per circa un’ora. Preparare intanto la pasta frolla, mescolando bene tutti gli ingredienti e con questa rivestire una teglia da forno ben imburrata, tenendo da parte un pezzo della pasta che dovrà servire per la copertura. Mescolare i maccheroni col sugo, dal quale sarà stata tolta la cipollina, e versarli nella teglia. Coprire con la pasta tenuta da parte e mettere in forno non troppo caldo e dopo circa 30 minuti, quando la pasta sarà dorata, spegnere il forno e lasciare lo stampo all’interno di questo per altri 5 minuti, indi servire.

Difficoltà
Preparazione
Cottura
Costo
Servire

nessuna

90 minuti

90 minuti

medio

caldo

Abbinamenti

Per la sua varietà e abbondanza di elementi che lo compongono può considerarsi come un piatto unico.

Abbinamento vino

Primo piatto ricco, per il quale anche il vino deve essere di buona consistenza per poter reggere i sapori decisi degli ingredienti: si consiglia perciò un Barbera vivace dell’Oltrepò del Monferrato.

Varianti

Al posto del piccione si può usare una pari quantità di carne, anche eventualmente avanzata dai pasti precedenti: pollo, manzo, lessi e arrosti in genere.

Curiosità e notizie

Il piatto è trasmigrato dalla vicina Emilia nel casalasco, ove ha goduto sino alla prima metà dell’attuale secolo di una ben meritata diffusione, facilitata dagli allora numerosi allevamenti di piccioni o di colombi.

Scheda dietologica

I maccheroni non appartengono alla tradizione cremonese come invece gli gnocchi o la polenta. È la presenza del piccione (uccello molto diffuso nelle città e campagne padane) a far del pasticcio di maccheroni un piatto caratteristico.

Primo piatto completo, che non richiede d’essere abbinato ad una pietanza. Molto dibattuta è l’origine delle parole maccheroni e gnocchi. Di certo è che i termini gnocco e macco sono stati sempre usati fin dall’antichità col significato di tonto e sciocco. Ai tempi dei latini, Macco era la maschera del ghiottone rintronato. I primi gnocchi erano di farina ed acqua. Si ottenevano semplicemente togliendo dei pezzetti dall’impasto e cuocendoli in acqua bollente. Col tempo si è passato ad impasti più elaborati, ma solo nel 1700 è stata introdotta la patata, il cui uso culinario era stato appena scoperto. Gli gnocchi venivano chiamati abitualmente maccheroni! Infatti tutti i tipi di pasta serviti asciutti sono stati chiamati maccheroni fino al 1800. Questo ha creato un po’ di confusione sull’origine della pasta tanto più che ancora oggi nell’Italia meridionale con maccheroni si intende qualsiasi tipo di pasta (spaghetti, penne, ziti, linguine), mentre nel resto d’Italia si indica una pasta a forma di tubo corto o lungo.

Una curiosità, il primo testo conosciuto che parla di pasta è una ricetta di un medico genovese che nel 1244 vietava ad un malato la pasta lissa (pasta cotta)... sempre uguali questi medici!