headerphoto

La salsa in agrodolce

"La sàalsa in agher"

Ingredienti per 4 persone:

100 gr. di prezzemolo
50 cc di aceto
15 gr. di zucchero
100 gr. di salsa di pomodoro
1 pizzico di sale
1 noce di burro
1 cucchiaino d’olio
1 spolveratina di pepe

Preparazione

Tritare il prezzemolo, unire tutti gli ingredienti in una scodella e mescolare molto bene. Mettere a fuoco in un tegamino e far bollire per 5 minuti circa.

Difficoltà
Preparazione
Cottura
Costo
Servire

nessuna

15 minuti

10 minuti

modesto

freddo

Abbinamenti

Buona con tutti i lessi, sia di carne che di pesce.

Abbinamento vino

Per questa salsa l’abbinamento ai vino dipende esclusivamente dal piatto che accompagna ed al quale si rimanda.

Varianti

Una variante non a tutti gradita ma che rende la salsa ancor più appetitosa è quella di aggiungere agli ingredienti anche uno spicchio d’aglio tritato (per rendere il gusto meno aggressivo si può mettere lo spicchio intero per poi toglierlo a fine cottura). Se invece si vuole una salsa ancor più elaborata e saporita aggiungere agli ingredienti 3 carote, 3 cipolle, 3 spicchi d’aglio, 2 peperoni, 4 pomodori pelati, passare il tutto nel passaverdure e far sobbollire almeno per una ventina di minuti, aggiungendo a fine cottura un cucchiaino di zucchero.

Curiosità e notizie

La salsa si prestava ad essere trattata alla stregua di un economico secondo, con larghissimo consumo di pane, da intingere direttamente, con buona pace del galateo.

Scheda dietologica

L’aceto caratterizza la "salsa in agher". Aceto, non solo alimento, ma anche medicamento. Fin dai tempi antichi gli sono stati attribuiti poteri taumaturgici. Lo si utilizzava per detergere oggetti contaminati e per purificare l’aria in caso di pestilenza. Veniva usato dai Romani, in apposito recipiente (acetabulum), tra una pietanza e l’altra, come digestivo, negli interminabili banchetti. Era il rimedio della dissenteria. I legionari prima delle battaglie facevano un pasto energetico propiziatorio detto "moretum" a base di aglio, cipolla, ruta, formaggio di capra, coriandolo, ortaggi, olio e molto aceto. Ippocrate lo prescriveva come antinfiammatorio per ferite, piaghe e malattie respiratorie. Visto l’uso che ne facevano gli antichi, l’offerta di aceto da parte del pretoriano a Gesù in croce, può essere interpretata in altro modo. Come tra i condannati c’era il malvagio Barabba, ma anche il buon ladrone, così tra i Romani c’era la soldataglia che ha offerto il fiele, ma anche il buon pretoriano che ha cercato di alleviare il dolore col medicamento allora disponibile, l’aceto. Attualmente l’aceto continua ad avere usi disparati. In gastronomia serve per rendere più digeribili i grassi dei condimenti, delle salse e della cottura. In cosmesi viene usato diluito per detergere la pelle ed i capelli grassi. In medicina viene usato come reidratante, come disinfettante delle piccole ferite o come colluttorio. Nei lavori domestici serve per pulire vetro, cristallo, pentole, stoviglie e per togliere i cattivi odori di cucina. Dal punto di vista nutrizionale, fa parte degli alimenti detti nervini a cui appartengono anche le spezie ed il caffè. Si tratta di alimenti che non apportano nutrimenti particolari, ma che contengono sostanze chimiche dagli effetti stimolanti positivi. Tono ed attenzione per caffè e tè, azione eupeptica (digestiva) per aceto e spezie.