Orto di Guerra. Bergamo 1917
La pubblicazione del manuale "L’Orto di Guerra" febbraio 1917, rientra nell’iniziativa, voluta dal Sindaco di Bergamo (Avv. Sebastiano Zelioli), di organizzare ed ordinare la coltivazione delle aree comunali. Il manuale venne scritto da Nicola Ferrari, coltivatore e ricercatore. Si tratta di un vero e proprio trattato di agraria. | |
L’introduzione (redatta da Italo Gilioli), invita a sfruttare meglio i terreni coltivabili ed avvalora la necessità di non consumare carni mettendo in guardia dai danni recati dall’eccesso di proteine animali: "Produrre di più, consumare meno, consumare bene, soprattutto produrre di più: tale è il dovere alimentare dell’Italia nel periodo presente (...) Il Sig. Ferrari, (...) è sperimentatore ben adatto per insegnare quanta varietà e squisitezza di nutrimento si possa ricavare direttamente dal regno vegetale e dalla coltura di poca terra. Bastano per lo più i cibi vegetali, assieme col latte ed i suoi derivati e le uova, senza che vi sia la necessità di altri alimenti animali, più concentrati, o troppo ricchi di azoto (...) Nei quali alimenti animali, in particolare se soverchiamente consumati, covano spesso le insidie di sostanze che possono riuscire lentamente nocive alla struttura ed alla incolumità dei tessuti del corpo, contrastando all’uomo la vigorosa longevità". Queste affermazioni trovano riscontro poi nel testo con tabelle appropriate: | |
| |
Il manuale "L’orto di guerra" è costituito da quattro parti. La prima, norme generali per la coltivazione degli ortaggi. La seconda e la terza, coltivazione delle verdure (maggiori e minori: conosciute e poco conosciute). La quarta, modi di cucina. La lettura coinvolge tutt’ora, perché l’opera è stata dettata da necessità e perché, in qualche modo, rimanda alle problematiche attuali di recupero e spreco del territorio. Se ne riporta qui di seguito un florilegio. | |
"Le aiuole sono tutte di m. 4,25 x 1,30. Le aiuole da 1 a 5 non concimate; da 6 a 10 poco concimate e molta cenere; da 11 a 20 molto concimate. Le aiuole A e B concimate parzialmente a seconda delle coltivazioni. Nelle aiuole A e B si fanno semenzai, si coltivano zucche, cetrioli, meloni le cui ramificazioni trovano appoggio facile sulla rete o siepe secca di cinta. Altri piccoli tratti possono essere adibiti all’aglio, al basilico ed al prezzemolo. Lungo i bordi dei due viali si piantano fragole." | |
| |
Le aiuole da 1 a 5 non concimate; da 6 a 10 poco concimate e molta cenere; da 11 a 20 molto concimate. Le aiuole A e B concimate parzialmente a seconda delle coltivazioni. Nelle aiuole A e B si fanno semenzai, si coltivano zucche, cetrioli, meloni le cui ramificazioni trovano facile appoggio sulla rete o siepe di cinta. Altri piccoli tratti possono essere adibiti all’aglio, al basilico ed al prezzemolo. Lungo i bordi dei due viali si piantano fragole. | |