La focaccia dei poveri
"El cifut" |
Ingredienti per 4 persone: 4 fette di polenta | ||||
Preparazione Miscelare bene tutti gli ingredienti assieme, mettendo per ultimo solamente il lievito, indi porre in una teglia di adeguata capacità preventivamente unta con poco strutto e far cuocere in forno piuttosto caldo (circa 180°). Quando si sarà formata una crosticina ben dorata ed introducendo uno stecco nel composto questo uscirà perfettamente asciutto, spegnere il forno ed attendere 5 minuti circa. Togliere il "cifut", collocarlo su di un vassoio e ricoprirlo con zucchero a velo. |
Difficoltà | Preparazione | Cottura | Costo | Servire |
nessuna | 20 minuti | 30 minuti | basso | calda o fredda |
Abbinamenti Per impreziosire questo modesto dolce si può farcire il suo interno con una marmellata rustica: ad esempio di more di rovo. Abbinamento vino Dolce molto particolare per quanto riguarda i suoi ingredienti, si può abbinare ad un Sangue di Giuda di Valenti. Un vino amabile e vinoso ma buono come questa rustica torta. Varianti Un’altra specie di "cifut" è la "muruziina": per confezionarla occorrono una scodella di minestra avanzata, 4 fette di polenta, 150 gr. di farina bianca, 100 gr. di zucchero. Fatto un impasto con tutti gli ingredienti lo si avvolge in una carta da formaggio inumidita (quella gialla di una volta, se vi riesce di trovarla, se no pazienza: il nostro dolce risulterà un poco più morbido), badando che il dolce non sia più alto di due dita, lo si mette in una teglia unta con un poco di burro e lo si cuoce in forno non troppo caldo. Curiosità e notizie Il dolce veniva originariamente cotto sotto la cenere bollente del camino e costituiva una sorta di merenda premio per i bambini di casa o - in alternativa ancora più modesta alla più classica sbrisolosa - lo spuntino per le "bügadéere" (cioè alle donne che avevano prestato la loro opera al lavaggio, all’asciugatura al sole, nei prati, ed alla stiratura della biancheria di casa - tovagliame, lenzuola, ecc. - operazione che veniva praticata di norma una volta all’anno in primavera). | ||||
Scheda dietologica "Cifut" in dialetto cremonese è letteralmente la "focaccia rustica cotta sotto la cenere". Ma in senso figurato significa "cosa di poco conto". Viene detto anche di persona che non vale niente o sempliciotta. In altri dialetti il lato spregiativo del vocabolo è più accentuato: in Piemonte "vinello", in Liguria "canaglia". In questo caso "el cifut" è un dolce semplice adatto a tutti i giorni. Non è troppo carico di zucchero (4 cucchiai), contiene pochissimi grassi (una noce di strutto) ed è costituito prevalentemente da amidi (polenta e farina bianca). Un’ottima alternativa alle merendine cariche di grassi idrogenati di cui è pieno il mercato. Per niente "cosa di poco conto" questo "cifut"! | ||||